Cortelezzi: "Torneranno i momenti belli"

In allenamento, lo vedi. È uno di quegli attaccanti che trovano la porta con grande naturalezza; quando tira – magari negli esercizi finali, di unodue e conclusione – fa praticamente sempre gol. Gran bei gol, di precisione e potenza. Della categoria “Mark Lenders” (per gli amanti dei cartoni animati), o giù di lì. Poi però vai a guardare le sue statistiche stagionali e scopri che sin qui, con la maglietta del Chiasso, ha realizzato soltanto tre reti, una ogni 400’. Poche, per uno così, per uno con le sue caratteristiche. Chiediamo un parere al suo nuovo allenatore, Giancarlo Camolese, che ci dice, anche con un certo entusiasmo: 
«È un ragazzo che ha delle potenzialità, grandi qualità, ma che deve lavorare ancora molto. L’età è dalla sua, così come questo ambiente, che secondo me lo può aiutare. Poi molto dipenderà, come sempre, dal giocatore, da lui quindi. Noi, come staff, siamo felici di affrontare questa bella sfida, perché è un ragazzo giovane che deve e può fare di più». Poi si sbilancia: «Sergio è uno dei giocatori su cui credo di poter lavorare di più, che abbia più margini di miglioramento. Lo sa lui stesso. Io glielo ripeto tutti i giorni». 

Come si suol dire, gli fa una capa tanta. 
«Sì, anche perché i giocatori possono sempre cambiare testa. Lui deve capire che questa è una grande occasione, perché il Chiasso gli dà l’opportunità di giocare con maggiore continuità rispetto a quanto non facesse lo scorso anno. È una bella sfida, ripeto, che vogliamo vincere tutti, aiutandolo a crescere». 

Lo stesso Cortelezzi, alla vigilia del campionato – era il 2 luglio –, dopo un allenamento sul campetto di Seseglio, ci disse: 
«Non penso alle cifre, a quanti gol potrei o vorrei segnare nel corso del campionato. Queste non sono mai certezze. Prima di tutto voglio pensare a fare bene per la squadra. Ognuno di noi vuole farlo. Se ci riusciamo, allora ognuno avrà comunque i propri benefici». 

In effetti, finché il Chiasso girava, ogni sua individualità sembrava essere al top. Da Guatelli sino alle punte: una stagione da alta classifica. Poi le acque si sono intorpidite, la situazione ingarbugliata, i risultati hanno iniziato a venire meno. I rossoblù non vincono dal 23 agosto, da lì sei pareggi e quattro sconfitte, oltre al cambio di allenatore. Già, quel cambio di allenatore, con quelle modalità. Quello ha influito, eccome. Cortelezzi oggi ammette, senza voler trovare alibi: 
«Sì, in effetti magari ha un po’ influito. Non tanto per il cambio in sé, bensì per la maniera: quella ci ha sorpresi. Ma io come calciatore devo stare al mio posto e rispettare quanto accade. Abbiamo sempre un allenatore e noi non dobbiamo fare altro che ascoltare ciò che dice». 

Gli chiediamo una sorta di paragone tra i due, tra Marco Schällibaum e lo stesso Camolese. 
«Magari Camolese pone maggiore attenzione ai movimenti tattici, è un allenatore più all’italiana come si suol dire. Da ogni allenatore c’è da imparare qualcosa. Il mio allenatore ideale? Be’, deve avere tutte le caratteristiche, un bel mix tra capacità nel motivare la squadra e precise idee di calcio, oltre all’abilità nel cambiare quelle idee a dipendenza delle situazioni. Per me che sono un attaccante poi l’ideale sono quegli allenatori con idee piuttosto offensive». 

Camolese sta insistendo sul 4-3- 3, che già caratterizzava il Chiasso di Schällibaum, ma ha avuto modo di cambiare diversi interpreti, cambiando ruolo a un paio di giocatori – Rouiller terzino destro, Lüchinger mezzala – Non a Cortelezzi. Lui non si muove dal ruolo di centravanti, il suo. Sente la mancanza dei gol, però. La sua ultima rete risale al 23 settembre. 
«Il gol mi manca, eccome. Per un attaccante è la cosa più importante, anche perché ad andarci di mezzo, quando manca, è poi la fiducia nei propri mezzi. Stiamo lavorando anche per quello, come squadra, per fare in modo di trovare con maggiore facilità le conclusioni, di arrivare a provarci con più frequenza. Va detto che, in questo momento difficile, non ci sono tante occasioni per fare gol. Sì, è un momento molto difficile per noi; ma sono convinto che ne potremo uscire, tutti assieme. Con questo spirito affrontiamo ogni allenamento e ogni partita. Serve umiltà. Ma dobbiamo guardare sempre avanti».

È in sostanza un problema di fiducia, quello del Chiasso, e quindi anche dei suoi attaccanti
«È quella a essere venuta meno. Per questo motivo dobbiamo insistere nel giocare sempre più per la squadra, cercando di ritrovare quello spirito che poi ti permette di trovare le giuste soluzioni con maggiore continuità». 

Domani pomeriggio, in casa contro il Winterthur – proprio l’ultima squadra a cui Sergio ha segnato: ma la partita finì 3-1 per gli zurighesi –, i rossoblù cercheranno i tre punti. 
«Sì, vogliamo una vittoria, per ritrovare appunto fiducia e infilare, quindi, altre vittorie. In questo periodo abbiamo fatto anche belle prestazioni, ma mai abbastanza per trovare il successo. Il calcio è anche questo...».

Gli chiediamo se, rispetto ai desideri della vigilia, sia soddisfatto di questi suoi primi mesi vissuti in rossoblù. «Sicuramente non è andata come ci aspettavamo, ma nel calcio ci sono anche questi momenti. Con l’aiuto di tutta la squadra torneranno anche i momenti belli».

-Giornale del Popolo-