Tutte le certezze e i limiti di questo Chiasso

I rossoblu vincono, seppur ai supplementari, la loro seconda partita stagionale e ciò avviene a soli tre giorni dalla prima conquistata al Riva IV.

Dopo cinque partite ufficiali, di cui tre quasi proibitive e due da vincere assolutamente si possono trarre le prime indicazioni sulla compagine di Abascal. 
Il Chiasso ha fatto quello che gli si chiedeva: giocarsela perlomeno con Servette, Xamax e Sciaffusa e vincere con Rappy e Brühl. Tutto bene dunque anche se la squadra, oltre a ai valori del collettivo ha mostrato anche diversi punti interrogativi soprattutto sui singoli.
Abascal ha portato una filosofia di calcio nuova e, San Gallo a parte, alzi la mano a chi non è piaciuto vedere questo Chiasso in campo. Un Chiasso frizzante, organizzato e con tanta grinta.
Lo spagnolo ha però mostrato qualche lacuna sulla gestione dei suoi giocatori, con i casi Monighetti e Franzese ancora lì da risolvere; questo alla lunga potrebbe pesare.
Per il resto, Urbano dopo le difficoltà iniziali sta trovando ritmo ma ha bisogno di giocare; Rey è palesemente lontano da una forma fisica accettabile e ciondola per il campo. Ceesay a parte qualche lampo, non è Marzouk e Soumah non sembra in grado di prendersi il peso dell'attacco sulle spalle. 
Soumarè? Scarso. Martignoni è troppo presto per giudicarlo mentre Farruggia è attacante vero e sta trasformando in oro ogni pallone che tocca.
Una spanna su tutti ci sono invece Belometti, Abedini e Krasniqi, anche contro il Brühl unici a non soffrire la qualità dei padroni di casa.
Il Chiasso è una bella squadra ma si dovrà trovare al più presto una quadratura del cerchio, perché se è vero, come diceva qualcuno che non ci sono titolari e riserve in una squadra, è altre sì vero che i rossoblu non hanno tutta questa abbondanza tra cui scegliere i migliori.