Luigi Galli: "Riva IV? Era qualcosa di pazzesco"

Di seguito una bellissima intervista a Luigi Galli, giocatore che ha vestito la maglia rossoblu a cavallo tra gli anni '40 e '50, apparsa sul portale liberatv.ch a firma Riccardo Vassalli.

MORBIO INFERIORE – Nominare Luigi Galli, nel Mendrisiotto in particolar modo, può richiamare l’attenzione di molte persone. Se è il caso di voi che state leggendo l’articolo i motivi sono due: o siete talmente “malati” di calcio da ricordarvi i protagonisti del “Chiasso dei tempi d’oro” oppure lo avete conosciuto in giro per bar o centri commerciali. D'altronde – per dirla con parole sue –, “sono sempre in giro”.

Noi lo incontriamo nella splendida cornice della Casa San Rocco di Morbio Inferiore, dove Galli – nato il 12 agosto del 1926 – trascorre quotidianamente metà della sue giornate. “Sono sempre qui, tutti i pomeriggi. Ho 92 anni e sono vedovo da otto. Per colmare la solitudine passo a trovare amici di vecchia data e conoscenti”.

Luigi è una miniera di ricordi e aneddoti, calcistici ma non solo. Dice che la sua “testa non funziona più tanto bene”, anche se noi fatichiamo a credergli. E il motivo è presto spiegato: troppo evidente la lucidità con cui parla dei cinque anni passati a difendere la maglia del Chiasso nel massimo campionato elvetico (75 presenze e 26 reti dal 1948 al 1952), della sua gioventù e di un pomeriggio che "tutti avrebbero preferire non vivere".

Quello di settanta anni fa è un calcio che oggi non esiste più. E osservando il progresso della tecnologia e del marketing applicati al calcio ci sembra incredibile come i nostri antenati potessero giocare ad alti livelli in determinate condizioni.

Eppure, il Chiasso di Luigi Galli, che ancora giocava al Comacini (e lo riempiva pure con 4-5mila persone) ne è la prova evidente. “Per me – sostiene il 92enne – è soprattutto una questione di identità. Non seguo più molto il Chiasso, ma ai nostri tempi eravamo quasi tutti giocatori locali: c’era chi veniva da Morbio, chi da Vacallo e chi da Chiasso. Oggi, invece, ce ne sono pochi del Mendrisiotto che giocano nel Chiasso”.

“Malgrado giocassimo in Serie A, per noi il calcio era solo ed esclusivamente puro divertimento. Non esistevano soldi, né professionismo. Si lavorava e si andava a tirare quattro calci al pallone, si andava in trasferta in Svizzera interna e al mattino dopo si tornava a lavorare”.

Galli, in termini di presenze, ha vissuto la sua miglior stagione con la maglia rossoblù nel 1949-1950 con Tulio Grassi in panchina, anche se quella più memorabile resta la prima stagione con la prima squadra, quella del 1948-1949. In quell'annata, il Chiasso neopromosso riuscì a salvarsi all'ultima giornata al Comacini contro il Servette (il 12 giugno del 1949, vedi foto allegata).

“Quelle emozioni sono difficili da scordare. È stata una partita significativa per noi giocatori e per la società del Chiasso che ha potuto rimanere nella massima serie”.

Il calcio, però, era solo un divertimento per Luigi Galli. Quello che contava era “portare a casa da mangiare e sopravvivere”. Già, perché c’è stato un pomeriggio nella gioventù di Galli che, nel caso ce ne fosse bisogno, ha ben definito le priorità.

“Non ricordo la data esatta, ma la paura vissuta quel pomeriggio d'inverno difficilmente la posso cancellare. Insieme ad altri colleghi mi trovavo sul piazzale del Punto Franco di Chiasso (Luigi ci ha lavorato per 48 anni ndr) quando ci accorgemmo della presenza di aeroplani americani in prossimità del confine. Mitragliarono un treno che da Como entrò nella galleria di Monte Olimpino ed uscì a Chiasso. Fortunatamente, noi riuscimmo a metterci al riparo, ma non dimenticherò mai le centinaia di proiettili trovati sul nostro piazzale quando spalammo la neve...”.

“In quel caso, io come altri miei compagni, capimmo che il calcio non era l’unica cosa che contava nella vita".

Luigi Galli ci tiene a concludere la sua intervista parlando di calcio, anche se “spero di aver lasciato qualcosa di me anche fuori dal campo”, ma di questo ne siamo sicuri.

Chiediamo all'ex calciatore se, tra i tanti compagni di squadra avuti, ce n’è uno che ha particolarmente apprezzato. E la risposta non tarda ad arrivare. “Sicuramente Ferdinando Riva (Riva IV per tutti). Era qualcosa di pazzesco. Penso che se giocasse adesso prenderebbe i milioni di Messi e Cristiano Ronaldo...”.