La vittoria più bella

Quella di ottenuta a Rapperswil entra di diritto tra le vittorie più belle degli ultimi anni.
Vuoi per la disperata situazione in cui versava il Chiasso alla vigilia, vuoi perchè è stata figlia del carattere e della voglia di dimostrare la propria esistenza in vita. I rossoblu hanno dato fondo a tutto quanto avevano, trasformati nell'approccio e nella cattiveria agonistica che si pretendono da una truppa chiamata alla salvezza.
La tribuna del Grünfeld è la stessa di sempre, ma almeno si può godere di un tetto sulla testa che ci ha permesso di ripararci dalla pioggia battente riversatasi per tutto il secondo tempo. Purtroppo non hanno avuto la stessa fortuna i fedelissimi ultras rossoblu presenti nel settore ospiti, che tuttavia hanno permesso a Belometti e compagni di giocare in casa per 90', visto che lo stadiolo sangallese era praticamente vuoto. 
La vittoria più bella dicevamo perchè ha combinato una serie di episodi che al triplice fischio del signor Gut sapevano tanto di liberazione. 
Sin dal primo minuto la sensazione di poter fare qualcosa di importante era palpabile, ad immagine di un Andrea Manzo, giustamente catechizzato a Ginevra al termine della partita per la troppa passività, che dalla panchina ha subito cercato di infondere grinta ai suoi ragazzi. Il gol di Padula ha fatto gioire un po' tutti ma senza eliminare del tutto i fantasmi che negli ultimi tempi aleggiavano dopo un vantaggio trovato. Ecco quindi che la rete di Milinceanu a dissipare ogni dubbio su come sarebbe finita e come avrebbe dovuto finire una serata iniziata bene e finita meglio. 
Il gesti più belli, quando il risultato era già sul 2-0 sono però state un paio di entratacce a centrocampo dei vari Rey e Adamczyk come a significare che oggi non ce ne sarebbe stato per nessuno.
Scendendo gli scalini della vecchia tribuna del Grünfeld, un occhio al teletext ha poi fatto il resto. La vittoria più bella.

-DGF-