Da Ginevra al Riva IV, dalla vergogna all'orgoglio!

Quasi sempre, per ritrovare la retta via è necessario toccare il fondo.
Il Chiasso quel fondo lo ha oggettivamente accarezzato lo scorso 2 dicembre allo Stade de Geneve quando, in balia degli eventi, senza nervo e all'apparenza già rassegnato in partenza, si è fatto umiliare da un avversario che non ha avuto pietà e ha approfittato di una squadra svuotata nell'animo.
Finì 5-1 quella che probabilmente fu la peggior partita dei rossoblu nella storia recente. Nessuna reazione, addirittura la partita si chiuse senza ammonizioni: niente di niente. Al novantesimo la rabbia di chi fece quei 1000 km; un confronto duro con i senatori e con il mister, senza però arrivare alla scollatura ma rinnovando la fiducia e il sostegno di chi sa benissimo che solamente assieme si poteva uscire da quel disastro.
La settimana dopo il Chiasso va a Rapperswil nel primo vero bivio spartiacque della stagione imponendosi con uno 0-2 che tuttavia nel gioco e nell'atteggiamento non convincono appieno: la debacle interna contro il Winterthur conferma che i rossoblu sono vivi ma ancora convalescenti.
Nella pausa invernale il lavoro a luci spente, alcuni giocatori spediti lontano dal Riva IV (tra i quali i due fenomeni che quel giorno ridevano in panchina dopo la quinta rete del Servette) e il lavoro di Manzo sulla testa di un gruppo che nel frattempo acquisisce alcuni pezzi di esperienza.
A Sciaffusa è un Chiasso nuovo, cattivo e grintoso che fa della fame la propria arma. 
Contro il Servette, lo svantaggio iniziale non abbatte i ragazzi ma paradossalmente li carica. Una reazione rabbiosa e concreta: si spazza quando c'è da spazzare, si gioca la palla quando c'è da costruire. I rossoblu leggono perfettamente la partita rimanendo cattivi e battaglieri su un campo che esalta le loro qualità guerrigliere.
È la rivincita. I giocatori rossoblu saldano il debito con i propri tifosi in una partita che anche sugli spalti vale più dei tre punti. 
Dalla vergogna della Praille, all'orgoglio del Riva IV perchè nonostante questi ragazzi non siano tecnicamente dei mostri, hanno capito che ci sono altri mezzi più umili per portarsi a casa le vittorie, gli applausi e l'amore della propria gente!