A voi la scelta

(Riceviamo e pubblichiamo)
Sabato sera, assieme ai soliti 500 del Riva IV ho assistito dal mio seggiolino a qualcosa che travalica il calcio.
Parafrasando la Pasqua, speravamo forse tutti nella resurrezione rossoblu e invece abbiamo assistito impassibili alla crocifissione di una squadra svuotata in tutto e per tutto. 
I limiti tecnici sono ormai palesi da inizio stagione ma questo non deve e non può diventare un alibi per le prestazioni messe in campo, perchè il gap tecnico, lo insegna la storia del calcio, si può colmare con tante altre armi.
Si può essere superiori per esempio sul piano atletico, su quello fisico o su quello mentale. Oppure si può giocare ogni partita come se fosse l'ultima cosa che fate al mondo; con la grinta, l'orgoglio e la voglia che il vostro avversario di turno non ha, perchè ricordate sempre che molti di voi, via da qui (e anche questo lo insegna la storia) appenderanno le scarpe al chiodo.
Non pretendo che abbiate letto il libro che racconta la storia del club per cui lavorate, non pretendo nemmeno che questi colori vi entrino nel cuore. Ma pretendo il rispetto verso chi vi segue, verso chi paga il biglietto per venirvi a vedere, verso chi ce la mette tutta per mettervi nelle migliori condizioni e vi permette di fare quello che fate quotidianamente.
Avete la fortuna di giocare al calcio come lavoro; due ore al giorno. Nelle altre 6, mi piacerebbe, in un mondo parallelo mandarvi a lezione da diversi miei vicini di tribuna, per farvi capire chi erano i Puci Riva, i Chiesa, gli Ostinelli. Gente che lavorava una settimana e poi si trasformava alla domenica sul campo da gioco. Niente scarpe viola, rosa, verdi ma tanta determinazione e voglia di dimostrare.
Mi piacerebbe mandarvi a turno in trasferta con quel simpatico gruppo di giovani che popola la "curva" per farvi capire cosa vuol dire vivere il Chiasso sette giorni su sette; quanto costa comprare un biglietto per gli ospiti in Svizzera interna, quanto costa la benzina, quante sono le ore da passate in colonna.
A questo proposito vi chiedo: Ma li avete visti i tifosi del Losanna quanti erano di sabato sera, con la squadra seconda in classifica in una città che conta 140mila abitanti? Li vedete (e li sentite) invece i nostri ogni qualvolta che giocate lontano da casa? Pensateci.
Ecco, forse non sempre vi rendete conto che oltre a voi stessi e ai 90 minuti in cui giocate a calcio una volta la settimana, c'è molto di più.
Ci salveremo? Non lo so, ma voi, volenti o nolenti, che vi interessi qualcosa o meno, entrerete nella storia di questa società come quelli che l'avranno salvata o come quelli che l'avranno affossata.
A voi la scelta, consci del fatto che i limiti tecnici, per chi indossa la maglia rossoblu non saranno mai una scusa plausibile.

W.P.