Così il destino è segnato

Tanta confusione e poche idee. Questo il Chiasso attuale a disposizione di Stefano Maccoppi, che riflette la confusione generale che regna al Riva IV
Quasi trenta giocatori che giornalmente si allenano con la maglia rossoblu addosso, due giocatori di fatto fuori rosa, sei infortunati dopo appena un mese dall'inizio della stagione. Tradotto: tre sconfitte in tre partite, zero gol fatti, sei gol subiti.
I rossoblu al momento sono un ammasso di giovani di belle speranze, bravi ragazzi intendiamoci, ma tutto si riduce a questo; le potenzialità dovrebbero esserci, ma da lì ad essere squadra ce ne passa. 
Il Kriens ieri non ha fatto nulla di trascendentale ma è apparso come una compagine solida e soprattutto determinata, con ogni componente del gruppo che sapeva esattamente cosa fare e dove andare; poi che Wolf e compagni ne abbiano pure esaltato doti nascoste è un' altra storia
Il Chiasso invece sperimenta: in tre partite, tre formazioni titolari diverse, obbligato addirittura a schierare giocatori, come Facchin e Berzati che un club serio di professionisti non dovrebbe nemmeno avere in rosa. La scusante degli infortuni regge poi fino ad un certo punto perchè se l'unico attaccante integro che il mercato ha prodotto si chiama Karim Rossi, allora non si potrà oggettivamente andare lontano. 
Se prima vi era il rischio di ripetere ancora gli errori della scorsa stagione, oggi siamo già tre partite in ritardo per porre rimedio; i giocatori, in tutte le occasioni non hanno mai tirato indietro il piede, non si sono mai risparmiati e in fin dei conti non sono assolutamente colpevoli di quanto mostrato; se uno nasce Rossi, non può di certo trasformarsi in Benzema al Riva IV. E questa è la cosa che più preoccupa, perchè di margini per migliorare dall'oggi al domani non ce ne sono.
L'unico modo per uscire da questa situazione che rischia di precipitare, è dare un'identità a questa giovane compagine, puntando su chi realmente vale la categoria e scaricando chi non è all'altezza. Il Riva IV non è un parco giochi e il Chiasso non è la scuola calcio. Così come gli allenatori in panchina, magari ammettendo di aver sbagliato ad impostare una partita, siano all'altezza di correggere il tiro senza aspettare di subire un gol. 
Il mercato deve poi fare il resto; servono come l'acqua nel deserto, un terzino vero, un centrocampista con i cosiddetti controcazzi e una punta degna di questo nome. 
Altrimenti sarà una Via Crucis a 36 tappe, di cui tre "dolorose" già passate.