La forza di Marzouk e la classe di Jacot

Il Chiasso torna grande nel momento più buio della sua storia recente e lo fa nel modo più bello e romantico che il calcio possa regalare.
Avanti inaspettatamente di due gol dopo un primo tempo pressoché perfetto, i rossoblu con il passare dei minuti devono fare i conti con un Losanna che viaggia a 200 all'ora e con i fantasmi del passato che tornano ad aleggiare sul Riva IV. L'uno due vodese che pareggia i conti, avrebbe ammazzato letteralmente qualunque squadra nelle condizioni di questo Chiasso ma non i ragazzi di Lupi che, come accaduto a Winterthur sette giorni fa, continuano a crederci e buttano in campo l'anima. 
Marzouk, con un'inedita capigliatura mista tra Gesù e Amauri, con un assist un gol che mette ancora i brividi, trascina la squadra; Jacot con una classe immensa da fare invidia a qualunque portiere di Super League, tiene in piedi la baracca nel momento più difficile.
Poi ci sono Bahloul, che si ricorda a distanza di 3 mesi di avere qualità, Lurati che con la fascia al braccio fornisce una prestazione che ricorda tanto la sua prima esperienza a Chiasso.
Hajrizi, che gioca come un veterano, Pollero con la garra che contraddistingue il suo popolo. 
La vittoria sulla capolista deve rimettere benzina in un serbatoio che viaggiava in riserva da troppo tempo, ma non deve far dimenticare gli ultimi mesi vissuti dentro un incubo.
La tribuna è tornata a urlare "Chiasso, Chiasso" e a fischiare il direttore di gara che sembrava non volere mai fischiare la fine come non succedeva da tempo. La curva, nonostante le delusioni ha invece avuto il merito di credere sempre in quest squadra, prova ne è l'abbraccio della scorsa settimana dopo l'ennesima sconfitta che però aveva mostrato una squadra lottare fino all'ultimo secondo.
Non è il Chiasso ad essere vivo, ma un'intera piazza che da oggi è tornata ad essere fiera di indossare la sciarpa rossoblu. Il nostro campionato riparte da qui.