Lupi: "I tifosi ci sono sempre vicini"

Torna a parlare mister Lupi, dalle sempre ottime pagine del settimanale L'Informatore, con un tuffo nel suo passato da giocatore con la maglia rossoblu.
“Sono stati anni molto belli quelli che ho trascorso da giocatore con la maglia rossoblù” dichiara Alessandro Lupi: “Eravamo una squadra tosta, quando sono arrivato mi sono sentito subito a casa mia.".  La squadra era allenata da Attilio Lombardo (tre scudetti da giocatore con Sampdoria, Juventus e Lazio), Alessandro portava la maglia numero 13. 

Un numero fortunato? 
"Direi di sì - afferma il mister a… 13 anni di distanza - eravamo un gruppo forte e di qualità: una squadra tosta!  C’erano molte più squadre (i rossoblù conquistarono 58 punti, ndr), parlo di un campionato più tradizionale di quello attuale, con andata e ritorno normali per complessive 34 partite (molto più seguito e più interessante, il calcio raccoglieva grandi simpatie anche in periferia, ndr). Era una realtà più vicina a quella odierna (ne siamo tutti convinti: oggi si giocano 36 partite, di cui 4 contro lo stesso avversario, ndr) che assomiglia invece alla Super League (20 squadre d’élite)”. 

I derby lasciavano il segno nel cuore dei tifosi assiepati sugli spalti... 
"Beh, la rivalità coi “cugini” era molto accesa. Anche nei periodi precampionato ci incontravamo tra di noi. In Ticino c’era davvero molta competizione, i derby ci davano una grande carica, ci trasmettevano un’emozione incredibile: sentivamo il tifo del pubblico, a partita finita facevamo il giro del campo: qualcosa di bellissimo!" 

Tocchiamo ferro: in caso di una vostra retrocessione recupererete almeno quello col Bellinzona… 
"Meglio sarebbe giocarcelo in Challenge qualora si concretizzasse l’aumento delle squadre (ride!)." 

Ricorda qualche compagno? 
"Sì, certo: Niccolò Rossi, Mattia Altobelli (figlio d’arte), Matteo Vanetta, Luca Colombo… Quando arrivai a Chiasso nel 2000 con Francesco Russo, l’allenatore era Roberto Gatti, molto bravo. Poi, al mio ritorno nel 2004, trovai Schönwetter, Galìa, sostituito a un certo punto da Tirapelle, e Lombardo." 

Emozioni e ricordi, non vi annoiavate di certo! Oggi, purtroppo, a tener vivo quel po’ di interesse è lo spettro della retrocessione... 
"Dobbiamo essere coscienti del fatto che bisogna cercare di fare l’impossibile perché il Chiasso resti in serie B, una posizione da considerare di indiscusso prestigio! "

Ma il pubblico amava la squadra? 
"Eccome, il popolo rossoblù dimostrava il suo attaccamento e uno sfrenato calore anche nelle partite in trasferta. Bandiere, striscioni, campanacci non ci mollavano un attimo. E dalla tribuna scendevano vere e proprie cascate di carta… Anche ora però la coreografia sugli spalti è molto bella, i ragazzi ci sono vicini con cori e bandieroni. Sempre, anche lontano dal Riva IV. La formazione tipo di allora era: Russo; Matteo Arnaboldi, Junior Pinheiro (Douglas), Vidovic (Paina), Rossi; Lupi, Vanetta, Giacomini, Riccio; Castelanelli, Thoma." 

Torniamo a oggi, novità sul fronte? 
"Continuiamo a monitorare individualmente i ragazzi. Bisogna cercare di debellare questo male, per ora dobbiamo pensare solo alla salute. Come ho già avuto modo di dire, lo affermo a titolo personale, la mia preoccupazione è che si continua a parlare di portare a termine il campionato, ma il problema grosso è chiederci se riusciremo a disputare il prossimo. Anche perché ipotizzando di chiudere questo e iniziare subito dopo l’altro, non so cosa succederebbe se ripartisse qualche nuovo focolaio di virus."