100 anni fa il Chiasso rientrava nella federazione elvetica

Il Corriere del Ticino, sull’odierna edizione dedica un’intera pagina al “centenario” del rientro rossoblu nei ranghi della federazione elvetica di calcio. L’approfondimento è a cura del nostro Luca Ortelli.

Un centenario per il Chiasso all’alba di un nuovo inizio

Il 20 maggio del 1923 i rossoblù decisero di rientrare nei ranghi della federazione elvetica - Cento anni dopo, la società sottocenerina si appresta a ripartire
Nella storia di una società ci sono date che costituiscono un vero e proprio spartiacque. 
Per il FC Chiasso il 27 gennaio, giorno in cui è stato decretato il fallimento della società anonima, ha costituito la fine di un ciclo iniziatosi proprio cento anni fa. 
Era, infatti, il 20 maggio 1923, allorquando il Chiasso, perdendo 0-1 a Saronno lo spareggio salvezza contro il Monza, fu retrocesso nella terza divisione italiana. 
La società rossoblù, allora affiliata alla federazione calcistica della vicina penisola, decise di rientrare nei ranghi della federazione elvetica e, allora come oggi, dovette ricominciare il cammino dai campionati regionali ticinesi.

Terminata la fase pionieristica
Si chiuse per il FC Chiasso quello che può essere considerato il periodo pionieristico, contraddistinto da un’intensa attività culminata con la partecipazione, nel periodo a cavallo del primo conflitto mondiale, a cinque edizioni del campionato italiano (quattro nella massima categoria e uno, l’ultimo, in seconda divisione).

L’ippodromo di Maslianico
La società di confine riuscì a entrare nei ranghi italiani grazie ai buoni rapporti che intratteneva con due massimi esponenti del calcio della penisola di quel periodo (l’avvocato Giovanni Mauro e suo fratello, Francesco). L’unica condizione posta al sodalizio rossoblù fu quella di dotarsi di un campo «entro i confini del Regno». A tale scopo venne utilizzato un vecchio ippodromo a Maslianico, passato alla storia come il «campo del Mornello». Epici i derby con il Como, contraddistinti da una accesa rivalità sia in campo che sugli spalti. Tra gli avversari più prestigiosi affrontati in campionato da citare, oltre ai lariani, il Milan, l’Atalanta e il Bologna.
Non fu privo di ostacoli il ritorno in seno alla federazione svizzera. Non tutti i club ticinesi videro di buon occhio l’operazione. 
La società dei «Giovani Calciatori Chiassesi», squadra dallo spiccato carattere proletario che disputava le sue partite al vecchio «campo della Nazionale» (il cui appellativo faceva riferimento alla vicina e omonima fabbrica di sigari e il cui sedime coincideva con quello in cui oggi ha sede il complesso delle scuole elementari e medie), diede filo da torcere alla più anziana e prestigiosa società locale.

Il ritorno in Svizzera
Superati gli ostacoli burocratici, al FC Chiasso fu concesso di prendere parte al campionato regionale svizzero di Serie B (Gruppo Ticino), che costituiva, allora, il terzo livello gerarchico. 
Compagni di viaggio furono il Bellinzona, il Locarno, la seconda squadra del FC Lugano e il Daro. Gli incontri valevano pure per il campionato ticinese di Serie A, competizione alla quale presero parte anche i Giovani Calciatori Luganesi.
Il debutto avvenne il 14 ottobre 1923 al vecchio campo Comacini contro il Bellinzona e fu contraddistinto dal netto successo per 6-0 della squadra di confine. 
Ecco quanto riportò il «Ticino sportivo»: «La partita disputata oggi sul terreno del Chiasso FC dalla prima del sodalizio locale contro la prima dei granata della Capitale è di quelle partite che non si possono riassumere o descrivere minuziosamente. La superiorità dei chiassesi è stata così evidente sin dall’inizio che i giuocatori bellinzonesi si sono rassegnati al loro destino ed hanno giuocato più per onore di firma che per la speranza di salvarsi alla meno peggio». 
I rossoblù vinsero in scioltezza il campionato e vennero promossi in «Serie Promozione», dando avvio a una serie di lunghi ed entusiasmanti campionati a livello nazionale, culminata con il titolo platonico, ma pur sempre significativo, di «vicecampione svizzero» nella stagione 1950-51 e con l’altrettanto significativo titolo di «campione d’Inverno» nella stagione 1957-58.

A cent’anni di distanza da quel fatidico 20 maggio 1923 il Chiasso è chiamato a un nuovo inizio. 
Che il nuovo ciclo sappia essere altrettanto entusiasmante come quello che si è appena concluso.