Camolese: "Nessun giocatore escluso dal progetto"

Giancarlo Camolese si è presentato, ieri, usando le parole giuste, toni moderati, ma esternando anche l’entusiasmo di chi si ritrova di nuovo nel vivo della propria professione.
Il 54enne tecnico piemontese, da ieri alla guida del Chiasso, ha lasciato semmai alla sua nuova dirigenza l’opportunità di ricordare le ambizioni del club. Esagerate? Forse, anche perché, con l’addio di Marco Schällibaum, bisogna ripartire da zero, o poco oltre. 
Camolese se ne rende conto, anche se appare fiducioso, rispetto a quanto visto sin qui. Sì, perché l’ex tecnico di Torino e Livorno ha già visto all’opera il Chiasso, più volte, anche contro il Losanna, il 26 settembre, ben prima che lo stesso Schällibaum annunciasse la sua partenza... Tempistica in qualche modo anche sorprendente. 
Cos’è cambiato La sensazione è che Camolese, nelle idee in particolare del direttore sportivo Fabio Galante, sia sempre stata la prima scelta. Oggi come lo scorso anno, dopo il disastro casalingo contro il Le Mont. Allora, Camolese rifiutò la proposta del Chiasso. 

Oggi spiega: 
«Amo ponderare sempre bene le mie scelte, secondo una certa logica. In quel caso, lo scorso anno, in quella situazione, a poche giornate dal termine, serviva un allenatore che fosse già pronto, che conoscesse già la realtà di Chiasso. Ora invece la situazione è differente. E poi Mario Persichino (di fatto patron del club, ndr) ha saputo trovare le parole giuste per stimolarmi e per convincermi. Il fatto che Galante mi conosca così bene rappresenta una garanzia per la società. Vedo le ambizioni giuste, ora però dovremo lavorare e fare i dovuti sacrifici». 

La prima impressione, di fronte alla nuova squadra, sembra buona. 
«Sì, ritengo di avere una buona squadra, che però nelle ultime sei partite ha conquistato soltanto tre punti. Se la prima parte di questa fetta di stagione autorizzava a sognare, la seconda un po’ meno. Noi allora dovremo tornare a essere quelli della prima parte, a cominciare dalla partita di domenica pomeriggio contro il Wohlen. In tutti i casi, ho trovato una squadra ben organizzata, che sa stare in campo. E lunedì si è visto un bello spirito, a Bienne, un bel carattere, pur in una situazione non semplice. Io riparto da qui, non cambierò tanto per cambiare, ma inserirò del mio un po’ alla volta».

Camolese era fermo da parecchio, quasi tre anni. 
«Ho fatto delle scelte legate alla mia famiglia, ma ora ricomincio con tantissimo entusiasmo, di fronte al tipo d’esperienza che cercavo. Per me il Chiasso non rappresenta però un trampolino di lancio. Io vorrei rimanere qui almeno fino a quando non riuscirò a rispondere alle domande di una conferenza stampa in tedesco. Al di là delle battute, anche per me questa avventura sarà una novità, e sono curioso di viverla». 

Sul campionato di Challenge League: 
«Da quanto ho visto, c’è tanto equilibrio e le partite spesso vengono decise dai particolari. E questo è un aspetto stimolante su cui cercare di intervenire».
«Il mio credo? – continua Camolese – Mi piace un calcio che proponga più attaccanti, tre è il numero migliore. In questo caso quindi trovo una squadra che già si esprime secondo questa logica. Amo anche i cambi di modulo in corsa, ma quelli riescono solo con tanto lavoro». 

Ormai quando sentiamo parlare di tre attaccanti, pensiamo a Zeman: 
«Zeman è un maestro del 4-3-3, io ho dovuto in passato giocare anche con altri moduli, perché spesso sono stato costretto ad adattarmi alle situazioni che trovavo, spesso anche situazioni difficili... Anche per questo non ho paura delle sfide e delle responsabilità». 

Rinforzi? Si vedrà più in là La proprietà, ieri rappresentata dal vice-presidente Antonio Cogliandro, nega di aver dato già delle rassicurazioni di mercato al suo nuovo allenatore. 
«Ma siamo sempre a sua disposizione, pronti anche a fare degli ulteriori sforzi in tal senso, nel caso servissero». Lo stesso Camolese sottolinea: «In questo momento non voglio pensare al mercato che verrà, voglio anzi conoscere al meglio il valore dei giocatori di questa rosa, così com’è. Nessuno dei miei giocatori dovrà sentirsi escluso da questo progetto».

-Giornale del Popolo-