Il commento: Peccato caro Schälli!

Se n'è andato come è arrivato; da un giorno all'altro, così all'improvviso.
Marco Schällibaum ha deciso di lasciare il Chiasso dopo appena sei mesi e dieci giorni dal suo primo allenamento diretto al Riva IV tra l'entusiasmo dei molti tifosi che andarono ad accoglierlo.
Forte, pragmatico, con la faccia di uno che in carriera ne ha viste tante, ha accettato la sfida di risollevare un Chiasso sbandato, svuotato nell'intimo da ogni energia e in piena contestazione, con i propri tifosi che solo qualche giorno prima cacciarono Degennaro.
Con il passare dei giorni, Schälli ha compreso senza troppi problemi l'ambiente rossoblu, cogliendo i pregi che una piccola realtà sa offrire e provando a nascondere le difficoltà che un club con pochi mezzi a disposizione può avere. 
Con la piazza è nato subito un bel feeling, complici anche i risultati che non hanno tardato ad arrivare. 
Proprio su questi risultati, il tecnico si è ricostruito una reputazione all'interno dei confini nazionali ma alla prima vera occasione ha salutato tutti. 
Young Boys e San Gallo lo hanno cercato ma mai veramente voluto; l'Aarau per contro ha puntato forte su di lui che, nel giro di pochi minuti ha deciso di andarsene. 
Passino i problemi familiari, passi la distanza tra Chiasso e Basilea ma un po' di riconoscenza verso un club che seppur piccolo lo ha rilanciato e di fatto dato un lavoro quando nessuno più si ricordava di lui, ce la saremmo anche aspettata. 
Peccato. Questo è il sentimento che scuote i tifosi rossoblu. Non c'è astio, polemica o arrabbiatura ma un po' di dispiacere sì, perchè sentirsi dire, nel giorno dei 110 anni di un club: "Con tutto il rispetto per Chiasso, Aarau è una piazza importante", non è bello, soprattutto per quei pochi ma sempre presenti, che per qualche mese hanno creduto veramente che lui fosse uno da Chiasso. Così non è, Peccato. E ora avanti un altro.