Hanachi: Musulmano, non terrorista

Faicel ha 20 anni, è di nazionalità francese ma anche algerina, visto che entrambi i genitori provengono dallo Stato nordafricano. È di religione islamica (praticante) e parla arabo. Lui però, a differenza dei suoi quasi coetanei che venerdì scorso hanno seminato morte e terrore a Parigi – a parte uno, gli attentatori avevano tra i 20 e i 30 anni –, non ha mai pensato di prendere in mano un kalashnikov o di farsi esplodere in nome della sua religione...
«È un momento difficile e molto delicato – ci confida il giocatore del Chiasso Faicel Hanachi, nato e cresciuto a Mulhouse fino a 13 anni, quando ha varcato il vicino confine con la Svizzera seguendo la passione per il calcio –. Non è facile dare una spiegazione a quanto successo, forse nemmeno esiste, ma ritengo che si tratti di persone che hanno interpretato in maniera sbagliata la nostra religione. Al giorno d’oggi grazie a internet è molto facile imbattersi in cose pericolose che veicolano un messaggio errato e farsi portare sulla strada sbagliata. Penso in particolare ai giovani che magari non hanno più famiglia, che non sanno cosa fare della loro vita e si lasciano ammaliare più facilmente da due o tre video in cui si spiega come sia giusto lottare contro la Francia, la Germania, l’Occidente in generale». 

L’accostamento tra Islam e terrorismo è purtroppo sempre più attuale e per certi versi inevitabile, ma Faicel non ci sta... 
«Quando ho saputo degli attentati ho provato tanta rabbia e tristezza, per le vittime innocenti ma anche perché immaginavo a cosa avrebbero portato i fatti di Parigi. La gente sta cominciando a parlare male dell’Islam, ma quanto successo non c’entra niente con la religione, o perlomeno non dovrebbe. I terroristi e più in generale i membri dell’Isis dicono che fanno tutto ciò per la nostra religione, ma non c’è scritto né nel Corano né da nessun’altra parte che bisogna compiere atti del genere».

La famiglia del 20enne vive ancora in Francia... 
«Devo ammettere che sono un po’ preoccupato, ho sentito immediatamente la mia famiglia dopo gli attentati e anche nei giorni seguenti e la paura è tanta, non solo a Parigi ma in tutta la Francia. La gente non sa bene come comportarsi, vorrebbe continuare a vivere normalmente ma non è evidente e probabilmente nemmeno possibile. È una brutta situazione che speriamo si risolva presto».

-La Regione-