Rassegna stampa Chiasso-Basilea

Di seguito la rassegnastampa dei media ticinesi e basilesi. l'indomani della partita giocata a Riva IV tra Chiasso e Basilea.

I veri rossoblu sono quelli di casa
Il Chiasso di Guillermo Abascal tiene testa al Basilea detentore del trofeo, sfiorando a più riprese il gol Il finale condanna i momò: Itten manda in visibilio i renani mentre Said si mangia la rete del pareggio
Corriere del Ticino - Il Chiasso ha soltanto accarezzato l’impresa di eliminare il Basilea, detentore in carica del trofeo. Ha tenuto a lungo lo zero a zero, sfiorando a più riprese il vantaggio. Poi, trovatosi sotto, ha avuto ancora la forza di cercare il pari. Sarebbe bastato un guizzo. O meglio un tiro di piatto invece della peggior «puntinaccia». Sarebbe stato sufficiente un golletto, insomma. E invece siamo qui a parlare del solito copione, di un Basilea arruffone ma cinico e di una formazione, quella di casa, tanto bella quanto sciupona. Incapace, fatto ancor più grave, di sfruttare l’improvvisa superiorità numerica rimediando a sua volta un’ingenua espulsione. Niente, Chiasso eliminato e renani agli ottavi.
Vero, il Basilea di quest’ultimo periodo è poca cosa se paragonato alla corazzata degli ultimi anni. Raphaël Wicky non ha ancora trovato la quadratura del cerchio e di riflesso i renani – anche al Riva IV – hanno dato l’impressione di un’opera incompiuta: confusione fra i reparti, poche idee e un’eccessiva preoccupazione ad immagine della difesa a tre che il più delle volte passava a cinque. Eppure, vogliamo pensare e credere che i guai vissuti dai basilesi in Ticino fossero (anche) legati al Chiasso. La formazione di Guillermo Abascal Perez ha corso, costruito, a tratti anche entusiasmato nonostante un campo inaccettabile e alcuni errori evidenti di diversi interpreti. Soprattutto, a differenza dell’avversario i chiassesi hanno dimostrato di avere un’identità precisa e un progetto.
È piaciuto, come sempre, l’atteggiamento dei padroni di casa. Gagliardo, sbarazzino e giovane ancorché maturo. La differenza di categoria ed esperienza? Nessuno l’ha vista. Anzi: il citato Abascal è parso a suo agio mentre Wicky, incerto anche nel linguaggio del corpo, ha faticato a far passare il suo messaggio. Nel fango del Riva IV sono così emerse le sgroppate di capitan Belometti come le prodezze di Russo. Per tacere di Antoine Rey, padrone assoluto del centrocampo. Il biondo ex Lugano ha indossato i panni del supereroe, respingendo puntualmente le iniziative dei «cattivi».
Ad inizio ripresa si è rivisto il sole e, come per incanto, anche un Basilea un filo più incisivo e autoritario. I campioni svizzeri hanno alzato i ritmi della contesa, producendo un’occasione colossale con Steffen fermato dalla traversa. La spinta degli ospiti si è però fermata quando l’arbitro ha mostrato il cartellino rosso a Balanta, protagonista di un battibecco (chiamiamolo così) in area chiassese. In superiorità numerica e con ancora tanta benzina in corpo, l’undici ticinese ha così ripreso coraggio e riguadagnato metri. La palla buona è capitata sui piedi di Farrugia, appena entrato, ma il centravanti maltese è arrivato tardi sul cross di Ceesay.
Il calcio dà e il calcio toglie, verrebbe da dire. Già, perché il direttore di gara ha sventolato un altro rosso e questa volta a lasciare anzitempo il campo è stato un giocatore del Chiasso, Delli Carri, reo di aver trattenuto un avversario lanciato a rete. Dieci contro dieci, squadre allungate e pubblico col fiato sospeso. I momò ci hanno provato, ancora. In tutti i modi. Ma la palla non ha voluto saperne di entrare. E allora è stato il Basilea a colpire. Dopo trentasette minuti della ripresa, con Itten abilissimo a sfruttare un traversone dalla destra. Addio ai sogni di gloria.
Peccato, perché con un pizzico di fortuna in più la storia di questo sedicesimo sarebbe stata diversa. Ma all’equazione va aggiunta anche l’imperizia dei padroni di casa. Prendete Said: in pieno recupero si è mangiato la rete del pareggio a tu per tu con Salvi, poi ha pensato bene di rimediare il secondo giallo e di farsi buttare fuori lasciando i suoi in nove.
Il Basilea ha dunque passato il turno con il minimo sforzo, mentre il Chiasso e il suo giovane allenatore hanno dovuto masticare amaro. Oddio, a ben vedere mister Abascal ha più di un motivo per sorridere: la sua squadra ha lottato ad armi pari con un gigante. E per poco non creava la sensazione della domenica. Hai detto poco.


"Peccato, abbiamo fatto un grande lavoro"
Il coach del Chiasso Guillermo Abascal è fiero della sua squadra
Rsi.ch - "Peccato, perché abbiamo fatto un grande lavoro". Queste le parole dell'allenatore del Chiasso Guillermo Abascal dopo la sconfitta per 1-0 contro il Basilea nei sedicesimi di Coppa Svizzera. "Nel primo tempo ci sono mancate un po' di combinazioni a livello offensivo - ha sottolineato lo spagnolo - Loro hanno avuto un'occasione ed hanno fatto gol, noi ne abbiamo avuta una proprio alla fine e l'abbiamo sprecata. Mi dispiace, perché questa partita avrebbe potuto cambiare la nostra stagione".
"Nei 12 minuti giocati in 11 contro 10 - ha proseguito Abascal - avremmo dovuto fare qualcosa in più. Non siamo riusciti a concretizzare il vantaggio numerico, ma non era facile perché il Basilea è una grande squadra".
"C'è un po' di rammarico - ha confessato il rossoblù Eris Abedini - sappiamo che il Basilea è una grande squadra, ma arrivava da una brutta sconfitta in Champions League a Manchester e potevamo sfruttare questa situazione. Peccato anche per quel rosso preso stupidamente, ma ormai è andata così e dobbiamo pensare subito al campionato".
"Sapevamo che avremmo dovuto soffire - ha detto l'allenatore del Basilea Raphaël Wicky - il Chiasso è una buona squadra che gioca un bel calcio su un campo non facile da affrontare. Alla fine però credo che il nostro successo sia meritato".


Peccati di gioventù
Un ottimo Chiasso paga l’inesperienza a certi livelli e cede sul più bello a un Basilea tutt’altro che incontenibile
La Regione - Sarà stato l’ottimo inizio di stagione del giovane Chiasso di Guillermo Abascal Perez, capace in pochi mesi di modellare una rosa quasi completamente rinnovata in una squadra che gioca (bene) al calcio e ottiene pure i risultati – i rossoblù sono imbattuti da quattro partite in Challenge League, dove occupano il 4° posto –. 
Sarà anche stato l’arrivo in Ticino di un Basilea tutt’altro che irresistibile di questi tempi, con la netta sconfitta in settimana contro il Manchester United (3-0) arrivata dopo un ko e due pareggi in campionato. O magari sarà anche stata l’impresa firmata il giorno prima dallo Stade Losanna, capace di eliminare il Sion ricordando a tutti quanto magica possa essere la Coppa. Fatto stà che ieri al Riva IV si respirava aria di exploit ed effettivamente i padroni di casa sono davvero andati vicini a compiere il colpaccio, ma proprio sul più bello si sono persi in quell’ingenuità tipica di una squadra giovane e volenterosa, ma ancora inesperta. E sono stati proprio due “peccati di gioventù” a costare ai rossoblù una partita tutto sommato equilibrata, con l’unico vero momento di superiorità renana culminato nella traversa colpita da Steffen al 49’. 
Il primo errore è stato non aver saputo gestire la superiorità numerica a seguito dell’espulsione di Balanta (gomitata su Belometti), con Delli Carri che si è fatto ingenuamente scippare palla da Itten atterrandolo da ultimo uomo appena dodici minuti più tardi. Il secondo è invece stato farsi sorprendere praticamente in contropiede (va bene la voglia di vincere, ma di fronte c’era pur sempre un Basilea zeppo di titolari) a meno di dieci minuti dal termine, quando Bua si è liberato di Belometti sulla fascia destra prima di servire un liberissimo Itten in mezzo all’area. Quest’ultimo, ironia della sorte inserito da Wicky per ovviare all’espulsione di Balanta, non ha avuto problemi a superare al volo un ottimo Russo, regalando ai suoi il passaggio agli ottavi di finale, anche perché a tempo ormai scaduto Said (poi espulso pure lui) ha clamorosamente sparato alto l’occasione del pareggio. «L’errore più grave è stato non aver approfittato meglio della superiorità numerica, durata solo dodici minuti – ha dichiarato a fine partita il tecnico del Chiasso –. Poi quando si trattava di buttarla dentro, loro lo hanno fatto, noi invece no. Per il resto, la mia squadra ha fatto un’ottima partita, tanto che nonostante il Basilea si sia presentato in campo pieno di titolari, la differenza non si è praticamente vista. Peccato, avremmo dovuto essere più furbi».
Una mancanza di malizia rimarcata anche dal difensore ticinese Bruno Martignoni... «Siamo stati ingenui nel non aver saputo approfittare dell’uomo in più, tanto che abbiamo giocato meglio a parità numerica, sia in undici, sia in dieci. Alla fine però non potevamo nemmeno pretendere troppo di più, in fondo io, con i miei 24 anni, ero il terzo più anziano della squadra dopo Russo e Rey. Prima della partita ci siamo detti che a prescindere al risultato, l’importante sarebbe stato andar via dal campo orgogliosi della nostra prestazione e così è stato».


Mit blauem Auge davongekommen: Basel zittert sich in Chiasso dank Itten-Tor zu einem 1:0
BZBasel - Es läuft die Nachspielzeit als Chiasso-Stürmer Carte Said plötzlich alleine vor FCB-Keeper Mirko Salvi steht. Irgendwie hat er sich durchgewurstelt gegen Akanji. Und da ist sie also, die grosse Gelegenheit. Doch er verzieht, haut den Ball übers Basler Tor. Wenig später fliegt er mit Gelb-Rot vom Platz. Dann pfeift Schiedsrichter Nikolaj Hänni die Partie ab.
1:0 gewinnt der Titelverteidiger im Tessin. Mit viel Kampf und Krampf. Die alten Männer auf der Haupttribüne im Stadio Riva IV werden sich wohl noch lange erzählen, was alles möglich gewesen wäre.
Denn Basel tut sich auf tiefem Boden und holprigem Geläuf äusserst schwer gegen einen bissigen, defensiv gut organisierten Gegner. «Das war ein richtiger Cupfight», meinte FCB-Trainer Raphael Wicky nach dieser Zitterpartie. Es war der erste Sieg seit dem 13. August, seit dem 2:0 gegen Wettswil (1. Liga) in der ersten Cuprunde. Natürlich wäre es das Ziel gewesen, das Spiel eher zu entscheiden. Doch letztlich ging es nur um den Sieg. Das Weiterkommen.
Balantas dumme Tätlichkeit
Wobei halt! Ganz so einfach ist das in Basel nicht. Die neue Führung hat vieles versprochen. Mehr Spieler aus dem eigenen Nachwuchs, bessere Unterhaltung auf dem Rasen – das waren zwei zentrale Punkte im Konzept von Präsident Bernhard Burgener.
Dass man auf den eigenen Nachwuchs baut, ist deutlich geworden. Zuletzt durch die Itten-Rückholaktion. Doch fussballerisch konnte der FCB bisher nur selten wirklich überzeugen. «Uns fehlte auf den letzten 25 Metern die absolute Entschlossenheit», sagt Wicky. «Wir müssen den Ball auch mal einfach ins Tor schiessen, es braucht nicht noch einen Aussenristchip, noch einen Doppelpass, noch ein Dribbling.»
Plötzlich ist das schöne Spiel nicht mehr von Bedeutung, das noch im Sommer versprochen wurde. Zu sehr ist der FC Basel in den letzten Wochen ins Trudeln geraten. Mit der Niederlage gegen Lausanne im Joggeli als Tiefpunkt.
Zwar verlor man auch gegen Manchester klar und deutlich mit 0:3. Aber da zeigte das Team wenigstens Wille. Man kämpfte, biss sich durch, schwitzte. Und man trat als Team auf. Auch in der Analyse präsentierte sich der FCB danach geschlossen, wurde nicht müde, das Positive aus diesem 0:3 in der europäischen Königsklasse zu betonen.
Das Team wollte diesen Geist aus Manchester mit ins Tessin nehmen. Und ja, der FCB kämpft, er ackert, er leidet. Viel mehr aber nicht. Denn beim 1:0 in Chiasso zeigen die Basler über weite Strecken einen dürftigen Auftritt.
Eine einzige gute Möglichkeit erarbeitet sich der FCB in der ersten Halbzeit. Doch Bua scheitert kurz vor der Pause an Russo. Der Favorit kommt danach zwar besser ins Spiel, bremst sich aber letztlich selbst aus.
Das heisst: Eder Balanta bremst sein Team aus. Mit einer richtig dummen roten Karte. Im gegnerischen Strafraum tritt er seinem Gegner im Blickfeld des Schiedsrichters derart wuchtig und mit Absicht auf den Fuss, dass dieser keine andere Wahl hat, als den Kolumbianer des Feldes zu verweisen.
«Das darf nicht passieren. Damit schadet er sich selbst und der Mannschaft», so Wicky. Denn Balanta wird somit in St. Gallen gesperrt sein. Genauso wie Captain und Abwehrchef Marek Suchy, der gegen Lausanne mit Gelb-Rot vom Platz flog. Wicky muss schon richtig kreativ werden, um eine schlagkräftige Abwehr zusammenstellen zu können. Da verkommt es schon fast zur Randnotiz, dass auch Steffen gelbgesperrt fehlen wird.
Trotz Balantas Dummheit kriegt der FCB den Rank. Insbesondere auch dank der Einwechselung von Neuzugang Itten, der kurz nach seiner Einwechslung Verteidiger Delli Carli zu einer Notbremse zwingt. Wobei diese Aktion nicht alle gleich beurteilen. Chiasso-Trainer Guillermo Abascal: «Für mich ist das niemals Rot. Einer unserer Spieler steht zwei Meter neben dran.» Kurz darauf netzt Itten ein. Ganz knapp nicht im Offside stehend.
Das Glück ist für einmal mit dem FCB. Und so kann Wicky vorerst einmal tief durchatmen, ehe er sich Gedanken machen muss, wie er gegen St. Gallen verteidigen lassen will. Derweil stehen die alten Tessiner hinter der Tribüne, herzen ihren erst 28-jährigen spanischen Trainer Guillermo Abascal und freuen sich, dass man den Double-Gewinner arg in Bedrängnis bringen konnte. Mehr hat man hier in Chiasso gar nicht erwartet.


RÜCKKEHRER ITTEN ERLÖST DEN FCB
20 Minuten - Titelverteidiger Basel hatte im Match beim gut in die Challenge League gestarteten FC Chiasso ebenfalls kein leichtes Spiel. Erst nach 83 Minuten erlöste Cedric Itten den FCB mit dem 1:0. Der eingewechselte Rückkehrer, der erst vergangene Woche vom FC Luzern zu seinem Stammverein zurücktransferiert worden war, traf mit einer schönen Direktabnahme auf Flanke von Kevin Bua.
In der sechs Minuten dauernden Nachspielzeit vergab Chiassos Carte Said eine riesige Chance. Kurz darauf sah er nach einem Notbremse-Foul die gelb-rote Karte, nachdem vorher in der zweiten Halbzeit schon Éder Balanta vom FCB und Samuel Delli Carri vom Gastgeber ausgeschlossen worden waren.
Matchwinner Itten erklärte gegenüber SRF, dass es auf dem Terrain im Südtessin nicht einfach gewesen sei, zu spielen, «zudem hat es Chiasso auch sehr gut gemacht». Über sein Tor bei der Rückkehr freute sich der 20-Jährige: «Ich hatte mir vorgenommen, gut zu starten.» SDA/MAL