Ero a Basilea e per TELECLUB, ho commentato Basilea-Sion. Prima di mettermi la cuffia, ero al
ristorante dello stadio in compagnia dei colleghi che avrebbero coperto l’avvenimento nelle altre
due lingue nazionali. Fui oggetto di attenzione e mi chiesero tutti cosa mai stia succedendo a
Chiasso!
Beh, risposi. Sta succedendo che si perdono le partite una in fila all'altra, anche perché non si riesce mai a chiuderle a ranghi compatti.
Beh, risposi. Sta succedendo che si perdono le partite una in fila all'altra, anche perché non si riesce mai a chiuderle a ranghi compatti.
Che c’entrino gli arbitri? No replicai, non più di quel tanto, è
solo colpa nostra. Mi son reso conto che il Chiasso è diventato, o sta per diventare lo zimbello del
calcio elvetico tant'è, che non ho più osato contestare le osservazioni poco lusinghiere nei
confronti del nostro club.
Ma Abascal, non è un messia? Che dovevo rispondere. Si lo è probabilmente ma in Spagna,
quando il toro vede rosso s’infuria e carica prima di lasciarci le penne. Ho cercato di metterla sul
ridere per non deprimermi.
Per completare l’opera, il regista di Teleclub ci ha poi messo lo
zampino precisando che per confezionare la sintesi di Chiasso-Winterthur, ha dovuto spremersi per
ricucire qualche azione perlomeno mediocre.
Facendo buon viso a cattiva sorte, mi sono avviato alla mia postazione, sospirando. Effettivamente
non posso ribellarmi ed anzi, ne devo prendere atto.
Ecco, siamo a questo punto. Nel viaggio di
ritorno in solitaria, ho spesso pensato a momenti migliori vissuti come tifoso e reporter sportivo.
Momenti esaltanti che mi avevano inorgoglito quale fedele sostenitore rossoblu. Altri tempi direte
voi. Già, davvero altri tempi, eppure, anche oggi si potrebbe certamente far meglio. Pareva così durante la prima fase stagionale poi invece, in questo 2018 è la catastrofe.
Sono pessimista per
natura per cui non seguitemi, tuttavia penso che siate preoccupati pure voi, almeno alla luce di
quanto si è verificato in queste ultime uscite di campionato.
Ne prenderanno nota anche i dirigenti, dai quali dipende l’immediato futuro di una società che
intende rivendicare un posto fisso nell'attuale categoria. Non è facile, non è assolutamente scontato
ma si può fare. Facciamo in modo perlomeno che non si debba additare il Chiasso quale squadra
scriteriata.
La prossima volta che andrò al St. Jakob-Park, gradirei sentirmi dire dai colleghi che il
mio Chiasso si sta facendo onore e che merita rispetto.
Dunque, lasciamo in pace il toro e che il rosso venga bandito.
A proposito di colori. Qualcuno mi
giustifichi il fatto che si gioca sempre in bianco. La casacca rossoblu è finita in naftalina?
-RG-