Mister Lupi: "Prima la salute, poi il calcio"

Tramite le pagine del settimanale L'Informatore, torna a parlare l'allenatore rossoblu che analizza il difficile momento e parla del futuro.

Come va Alessandro? 
“Bene, grazie! Sono in casa come lo sono tutti (come dovrebbero essere tutti anche da noi, ndr). Abbiamo scaricato un sistema per potere seguire i ragazzi che si allenano a casa. Li monitoriamo sia con i dati che ci vengono forniti da questa App, sia con video. Cerchiamo di fare ciò che non è mai stato fatto, ma che è ormai in atto in ogni società. Per noi è un danno grosso perché la squadra era entrata in un momento molto favorevole. L’avevo osservata anche negli ultimi allenamenti prima che venisse congelata ogni attività: era riuscita a interiorizzare al massimo il lavoro fatto. Girava al doppio, ci poteva dare una grande speranza di salvezza. Adesso ci siamo rimessi al livello delle altre, con gli svantaggi che ben conosciamo. Tutto quello che facevamo in maniera abbondante a livello collettivo, dobbiamo farlo individualmente. Come riferito nelle scorse settimane qui in Ticino c’è ancora chi pensa di tornare alla normalità entro poco tempo. Facendosi un baffo della solidarietà che esiste in ogni angolo del mondo. Come si possa paventare l’idea di terminare la stagione in luglio e agosto per iniziare la prossima (2020-21) in ottobre o magari in novembre è una grande idiozia”. 

Lupi ribadisce con coscienza e intelligenza che in questi drammatici giorni (ormai settimane che potrebbero diventare mesi, speriamo di no) la cosa più importante sia la salute di noi tutti.
“A parlare di calcio in una situazione del genere mi vengono i brividi. Potrà sembrare strano perché siamo professionisti: il calcio per noi è un lavoro, non un divertimento. È come se parlassimo di qualsiasi altra professione. Ma ho ugualmente i brividi perché la priorità va data alla salute delle persone”. 

Parole chiarissime, bisogna muoversi compatti. 
“Secondo me, lo prenda come un parere personale, più che tentare di chiudere questa di una stagione bisognerebbe pensare a come strutturare e salvare la prossima. La mia preoccupazione è che ragionando così rischiamo di fare un doppio danno, mettendo in difficoltà la stagione 2020-21 in cui ci saranno Europei e Olimpiadi. Ci troviamo in una situazione incredibile, a mio modo di vedere è necessario salvare il campionato dell’anno prossimo!”. 

Nessuno può oggi sapere come si ricomincerà: 
“Non è che dall'oggi al domani si possa iniziare a giocare. Fintanto che non si debella del tutto l’attuale situazione, si corre magari il rischio di fare ripartire qualche focolaio nei prossimi mesi. Oggi come oggi è difficile prevedere qualsiasi scenario, non solo nello sport. Anche nella vita!”. 

La ripartenza, insomma, non deve essere una priorità... 
“La cosa migliore, soprattutto per il calcio svizzero sarebbe di aumentare le squadre (12 in Super League, come previsto, ndr) che potrebbe fare contenti quasi tutti… In ogni caso, adesso bisogna salvaguardare la salute delle persone (qui la solidarietà è compatta, c’è da augurarsi che sia spontanea e incondizionata anche nel calcio, ndr) e, in secondo piano, cercare di salvare il campionato dell’anno prossimo. Se non si procede in questo modo c’è il rischio di fare mezza cosa di qua e mezza di là: diventerebbe ancora peggio”.

Non ci resta dunque che aspettare un segnale da Berna… 
“Capisco gli interessi del calcio, ne hanno tutti di interessi. Il dramma è anche per tutti i lavoratori del mondo, ci sono tantissime altre attività che subiranno una grossa perdita. Ma prima di tutto, insisto, ci sono dei valori umani da rispettare”. C’è un’emergenza sanitaria da gestire. È completamente fuori luogo stare a fantasticare."