Pavlovic: " Dobbiamo rimanere positivi"

L'ultimo arrivato incassa rossoblu si è raccontato tramite le sempre ottime pagine de L'Informatore.
Già al primo nostro contatto (telefonico) ci rendiamo conto che Daniel viene da un altro pianeta calcio. Del resto ha alle spalle numerose presenze nel campionato italiano (Perugia, Sampdoria, Crotone, tanto per evidenziarne alcune) e una parentesi in Germania col Kaiserslautern (da “giovane” anche con il Freiburg). Da noi ha vestito la maglia di Sciaffusa e Grasshopper, quella bianconera (con Jacobacci) l’ha vista per così dire in cartolina… Non c’è da stupirsi visto che anche i luminari del calcio elvetico non hanno avuto alcuna attenzione sul trentaduenne di Rorschach che nel 2007, stanco di aspettare una convocazione da Berna, colse la palla al balzo ottenendo il battesimo nella nazionale della Bosnia-Erzegovina. E dire che aveva passato tutte le giovanili in rossocrociato. Ha comunque fatto benissimo a non rinunciare al suo orgoglio! Secondo Daniel quello conquistato a Zurigo è da considerare un buon punto, ma è convinto che potevano anche essere tre: 
"Dobbiamo restare positivi ma anche acquisire la consapevolezza che siamo ancora ultimi. Dovremo dare il massimo in ogni partita e seguire, tutti uniti, le direttive del mister. Anch’io mi prodigherò per dare il mio meglio alla squadra”. 

Potente terzino sinistro (la stazza per un difensore è un elemento chiave, è alto m 1.83), Pavlovic al suo debutto ufficiale ha giocato come se fosse in sella alla squadra di Raineri da una vita: 
“Con il mister mi sono trovato subito bene. Abbiamo parlato tanto, ci siamo capiti sin dall’inizio”. 

In Italia la sua ultima stazione è stata il Perugia ma da lì transitavano solo i treni… Frecciarossa: 
“Ero andato per dare una mano alla squadra nei Playoff ma non ho giocato neanche uno spezzone di partita”. 

Anche l’impatto col Lugano non è stato molto fortunato: 
“Ero reduce da guai fisici, non ero ancora al top e dovevo recuperare in fretta. Purtroppo per me, mi sono trovato in una situazione non ottimale e in panchina c’era Jacobacci. In definitiva, però, posso dire che non mi è poi andata troppo male”.

Maurizio Jacobacci, appunto... 
“È un mister piuttosto tranquillo, ha dei suoi concetti decisamente chiari. Il gruppo è molto unito, per me non è una sorpresa che stia facendo bene. In squadra ci sono ottimi giocatori e di grande esperienza, in grado di gestire le partite da veri professionisti”. 

Sampdoria e Crotone: dove ti sei trovato meglio? 
“Prima sono stato a Frosinone, è stata questa la mia prima stagione in serie A. La squadra era fresca di promozione, travolta da un entusiasmo incontenibile. Abbiamo fatto bene. Poi è stata la volta della Samp, un altro pianeta. In panchina c’era Marco Giampaolo (nato a Bellinzona, ndr), mentre a Crotone ho lavorato con Davide Nicola e Walter Zenga”. 

Tanto per dire… Già che ci siamo, diremo che Giampaolo era stato sostituito da Claudio Ranieri (ah, quella “i” spostata…), tuttora tecnico confermatissimo dei genoani. Parliamo di Under: 
“Ho giocato con la maglia della Svizzera sino alla Under 21, è normale che ambissi a quella della nazionale. Purtroppo non mi hanno cercato, tutti i posti erano già occupati (mah…, ndr). Un giorno mi è arrivata una telefonata di Bazdarevic, allenatore della Bosnia: quasi non ci credevo, mi disse che avrei potuto giocare con loro. Ho accettato al volo, per me è stato qualcosa di molto bello”. 

Normale che sia andata così per un calciatore (a quei tempi giovanissimo) con tanta voglia di dare tutto in partita. Non si è sicuramente trattato di una “rivincita”, bensì di dimostrare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la sua tenacia, il suo carattere e la sua voglia di giocare: identica oggi a quella di ieri! Dopo il felice debutto di una settimana fa Daniel è in trepida attesa di confermare queste sue virtù contro lo Sciaffusa. Avremmo chiuso volentieri dicendo «davanti ai fedelissimi tifosi rossoblù». In ogni caso, per lui, sarà ugualmente una bella emozione…