Martorana: "Il Chiasso ha rappresentato tutto per me"

Il settimanale L'Informatore ha intervistato il ragazzo rossoblu per eccellenza, ultimo simbolo del Chiasso "di una volta".

“Non essendoci stato alcun versamento non posso fare altro che pronunciare il fallimento immediato della società”. 
È passata ormai una settimana da quel fatidico 27 gennaio, da quel venerdì mattina in cui il pretore di Mendrisio Sud, Matteo Salvadè, ha messo la parola fine al primo capitolo durato 117 anni della storia rossoblù. 
Nei giorni che hanno seguito il fallimento si è parlato molto dell’inadeguatezza dell’American Sport Asset Company Limited, il veicolo d’investimento che sarebbe dovuto subentrare alla DC Holding AG in qualità di azionista di maggioranza del club. Ed è vero, come hanno dimostrato le parole del portavoce Ciaurro a Fuorigioco, che nemmeno era a conoscenza della decisione del pretore a giorni di distanza. Ma se dei soldi promessi non si è vista l’ombra, imputare all’assenza di essi il fallimento della FC Chiasso 2005 SA è mancanza di onestà intellettuale. Alla base del tracollo vi è infatti una gestione sportiva ed economica disastrata, che ha portato un club di Promotion League ad avere ben 3 milioni di debiti senza la possibilità di risanarli. 
In questa settimana sta venendo a galla la situazione indecente nella quale hanno vissuto gran parte dei dipendenti. Degli stipendi non pagati, oppure versati solo in parte, lo si era già capito. Ma che fine hanno fatto i soldi versati dalle assicurazioni per gli infortunati (che appunto non hanno percepito lo stipendio) oppure di quelli presumibilmente pagati dalle altre società per una parte del compenso di alcuni giocatori? 
È solo un sospetto, evidentemente, al quale non si sa se verrai mai data una risposta sulla presenza o meno di un illecito. Le testimonianze di alcuni ormai ex elementi della rosa sono comunque eclatanti. Quelli che più hanno sofferto, oltre ovviamente ai tifosi del Chiasso, sono, per l’appunto, i calciatori, che hanno onorato la maglia fino alla fine senza ricevere un soldo. 
Da qualche mese sono seguiti dall’Associazione Calciatori, l’OCST di Mendrisio e altre figure che li aiuteranno a ricevere ciò che è loro dovuto. Per di più dovranno pure mobilitarsi per andare alla ricerca di una nuova squadra, con il mercato elvetico che chiude fortunatamente il 15 febbraio. 
Non per tutti, però, sarà semplice. Chi, nell’immediato, continuerà invece a vivere al Riva IV, è tutto il settore giovanile, la cui associazione è del tutto indipendente dalla SA, che nel comunicato emesso si è detto profondamente dispiaciuto per “per questo triste epilogo, che segna la fi ne di 117 anni di gloriosa storia e che ci rende orfani della nostra squadra faro. Allo stato attuale non ci è ancora possibile fare alcun tipo di previsione sul prossimo futuro sportivo del calcio degli adulti a Chiasso. Vi aggiorneremo non appena possibile. Ci prenderemo comunque il tempo, con serenità, ponderatezza e grande senso di responsabilità per studiare la migliore soluzione per la rinascita rossoblù, a cui teniamo infinitamente”. 

Tornando ai giocatori, in settimana abbiamo raggiunto uno di quelli che il Chiasso l’ha nel cuore fin da quando era bambino, ovvero Matteo Martorana, per capire come ha vissuto questi anni in rossoblù e cosa lo aspetta nell’immediato futuro. Cosa hai provato venerdì scorso? 
"Noi giocatori in settimana avevamo capito che si stava andando maggiormente verso questa direzione. Quando ho ricevuto la notizia c’è stata delusione e rabbia per quanto è successo." 

Cosa ha sempre significato per te questa squadra? 
"Tutto. Sono nato e cresciuto qui a Chiasso In rossoblù ho fatto i primi passi da bambino nella scuola calcio e pure quelli tra i grandi. È stato veramente un onore. "

Che anni sono stati questi passati in rossoblù? 
"Tra alti e bassi, come è giusto che sia, sono stati degli anni molto belli e positivi. Nelle prime due stagioni non ho avuto molto spazio, ma ho cercato di imparare sempre di più dando il massimo in allenamento. Fortunatamente nell’ultimo periodo mi sono ritagliato più tempo di gioco." 

Cosa hai imparato in quest’ultima parte di stagione? 
"Sono cresciuto sia come calciatore sia a livello umano. Grazie a staff e compagni di squadra che mi hanno sempre aiutato ho imparato molto. 

Cosa farai nell’immediato futuro? Tornerai al Lugano II? 
"Non so ancora con precisione. Sto cercando una sistemazione perché voglio continuare a giocare a calcio. Non penso però che tornerò a Lugano, poiché ho voglia di fare nuove esperienze e di cambiare aria."